What path leads an ideal to express itself no longer with words but with violence?
What is it that turns the word into a weapon? “in the Middle” was born out of the desire to review and understand what one lived in an age when understanding was not easy; it was born out of the discovery of documents buried for more than 40 years that come back to light with a beauty of their own, transfigured by time into objects whose fascination lies in their shapes, colors and primal madness.
The need to reproduce, for documentary purposes, mimeographs, leaflets and newspaper clippings that punctuated and accompanied those years defined as “years of lead” opened in me the need to dig, in personal memory and in that of the archives, to better understand a period that in the transition from childhood to adolescence I experienced without having fully understood.
Emotional and physical participation (living then in one of the places in Rome most prone to clashes between demonstrators of different political factions and the forces of law and order) in those events returned as I read those documents while photographing them. And with it also came the desire, the need, to reread that historical period with the mind of an adult and no longer with that of a young man who had gone through it half-understanding his surroundings.
Thus was born “in the Middle”: from the desire to review and understand.
Quale percorso porta un’ideale a esprimersi non più con le parole ma con la violenza?
Cos’è che trasforma la parola un’arma? “in the Middle” nasce dal desiderio di rivedere e capire ciò che si è vissuto in un’età in cui comprendere non era facile; nasce dal ritrovamento di documenti sepolti per più di 40 anni che tornano alla luce con una bellezza propria, trasfigurati dal tempo in oggetti il cui fascino risiede nelle forme, nei colori e nella primigenia follia.
La necessità di riprodurre, a scopo documentale, ciclostilati, volantini e ritagli di giornale che
hanno scandito e accompagnato quegli anni definiti “di piombo” ha aperto in me la necessità di scavare, nella memoria personale e in quella degli archivi, per meglio comprendere un periodo che nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza ho vissuto senza aver compreso a fondo.
La partecipazione emotiva e fisica (vivendo allora in uno dei luoghi romani maggiormente soggetto a scontri tra dimostranti di diverse fazioni politiche e le forze dell’ordine, Piazza Tuscolo) a quegli accadimenti è tornata leggendo quei documenti intanto che li fotografavo. E con essa è arrivata anche la voglia, la necessità, di rileggere quel periodo storico con la mente di un adulto e non più con quella di un giovane che lo aveva attraversato capendo a metà ciò che lo circondava.
Nasce così “in the Middle”: dal desiderio di rivedere e capire.