I Fori sono le ombre che si stagliano sulla facciata del carcere Mamertino, rendendolo quasi spettrale. La grande arte sacra e profana sta tutta nel piede di una statua genuflessa, in una mano che vuole toccare terra. Il Tevere è una coppia di ragazzini che si bacia in un canneto, o tutt’al più una chiatta arruginita su cui è cresciuto un albero. Anche il mare di Ostia c’è, ma è una Nike di Samotracia che fa la guardia alla vetrata di uno stabilimento balneare. Puoi solo percepirlo.
Dimenticate le cartoline, le vedute classiche, la Roma dei palazzi nobiliari, delle chiese monumentali e delle ville. Perché in mostra al Museo di Roma in Trastevere ci sono le anime meno note e scontate di una città che, pur ritratta da sempre, riesce ogni volta a dire qualcosa di nuovo. Una metropoli che l’occhio di quindici fotografi ha scomposto e ricomposto per creare un caleidoscopio narrativo che racconta la Roma
L’esposizione è il capitolo conclusivo di una campagna fotografica lanciata nel 2022 da Leica, che insieme a Contrasto ha selezionato tra oltre 200 candidati quindici fotografi locali che immortalassero con una Leica Roma a ChilometroZero — come recita il titolo della mostra, visitabile fino al 9 marzo — dando la loro visione della città e di chi la abita.
C’è la periferia residenziale di Parco della Fotografia, con le siepi ben potate, le auto d’epoca protette dai teloni, le bambine che vanno a fare le gare di ginnastica ritmica. Ma ci sono anche i quartieri costruiti intorno ai centri commerciali, raccontati attraverso immagini sfocate di insegne e incroci, jersey di cemento lasciati in mezzo alla strada, negozi che si chiamano Infinito. E ci sono mani che sbucano dietro un sipario e due sedie con la scritta Utopia, quella della “resistenza silenziosa” degli abitanti di Quadraro, Quarticciolo o Villa Gordiani,impegnati ogni giorno per un quartiere migliore.
Dalla periferia si parte anche per raccontare la religione, le religioni della città. Mentre un progetto si dedica ad un’altra religione, quella laicissima del tifo per la Roma. Una dei fotografi ha viaggiato lungo il corso del Tevere, un altro ha persino trovato il modo di far vedere un altro grande e silenzioso protagonista della vita e dell’immaginario romano, quel Ponentino che scompiglia i capelli dei bambini e sbatte sulle gonne di una passeggera alla stazione. Un vento che viene da ovest, da una Ostia anch’essa ritratta con uno sguardo obliquo, quello del mare d’inverno, dei ragazzi che la abitano, “della noia intervallata a qualche barlume, all’aria salata, agli aghi di pino, agli spazi ampi lasciati a se stessi”.
Gli stessi spazi ampi che si ritrovano nei progetti incentrati su quelle aree verdi che sono quasi campagna: il Parco degli Acquedotti, la Cervelletta, un verde urbano di rovine antiche e podisti, ruscelli e costruzioni abusive. «C’è questo rapporto forte con la campagna, con la natura, che Roma ha e che altre grandi città non hanno», spiega la curatrice Alessandra Mauro, che nella sua presentazione della mostra ha definito il progetto Roma ChilometroZero «un metodo di indagine alternativa della Capitale». «C’è molta Roma Est, per me che che sono nata a Roma Nord è stato interessante, ho imparato moltissimo. Ogni fotografo ha costruito il suo percorso, ma il disinteresse per il centro storico è palese», spiega Mauro.
Il centro, in effetti, al massimo è una San Pietro pop, circondata da pellegrini colorati con la cover di Padre Pio o un ritratto di Wojtyla. Del Colosseo non resta che la forma, impressa su un gelato che si scioglie e cola tra i sanpietrini.
Roma ChilometroZero
Dal 16 ottobre al 9 marzo al Museo di Roma in Trastevere, piazza S. Egidio 1b
In mostra “Fuori raccordo” di Francesca Spedalieri, “Sentieri” di Matteo Capone, “Il gioco dei timidi” di Andrea Agostini, “Velaria” di Gianni “Gianorso” Rauso, “Parco della fotografia” di Simona Filippini, “L’oasi” di Sara Nicomedi, “Terza persona plurale” di Linda Acunto, “Pietre” di Nicoletta Leni Di Ruocco e Massimiliano Pugliese, “Pubbliche intimità” di Alfredo Corrao, “Around angelus” di Paolo Ricca, “Sempre e comunque” di Gianluca Abblasio, “Torpigna” di Alessio Cupelli, “Malandrino” di Valerio Polici, “Sponde” di Clelia Carbonari e “A.A.A.A. – Avventure Atomiche d’Agosto e d’Asfalto” di Lavinia Parlamenti
Orari: dal martedì alla domenica 10.00 – 20.00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Biglietti Intero: € 12,00 Ridotto: € 9,50
Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana: Intero: € 9,50, Ridotto: € 8,50
Ingresso gratuito al museo per i possessori della “MIC Card”.
Fonte: Laura Venuti – “La Repubblica Roma” 16/10/2024